PTFE
Il PTFE presenta una serie interessante di caratteristiche peculiari che lo avevano portato ad essere considerato materiale strategico fino agli anni settanta. Le caratteristiche principali sono:
- la completa inerzia chimica per cui non viene aggredito dalla quasi totalità dei composti chimici – fanno eccezione i metalli alcalini allo stato fuso, il fluoro ad alta pressione e alcuni composti fluorurati in particolari condizioni di temperatura – e soprattutto non modifica i fluidi con il quale viene posto in contatto, ad esempio i fluidi ultrapuri per l’industria elettronica
- la completa insolubilità in acqua e in qualsiasi solvente organico
- ottime qualità elettriche (65 kV/mm di rigidità dielettrica)
- ottime qualità di resistenza al fuoco: non propaga la fiamma
- ottime proprietà di scorrevolezza superficiale: il coefficiente di attrito risulta il più basso tra i prodotti industriali
- antiaderenza: la superficie non è incollabile (l’angolo di contatto risulta essere 127°), non è noto alcun adesivo capace di incollare il PTFE
Queste caratteristiche assumono ulteriore importanza se si considera che si mantengono praticamente inalterate in un campo di temperature comprese tra i -80 °C e i 250 °C.
Il PTFE, inteso solo come derivato 100% del TFE, non fonde a elevate temperature ma si decompone. A questo problema si è ovviato in diversi modi:
- Sinterizzazione in presenza di cere
- Addizione di monomeri modificanti in fase di polimerizzazione.
Con il secondo modo di procedere si ha la formazione del cosiddetto PTFE modificato, termoplastico, quindi lavorabile per estrusione.
A circa 500 °C si decompone liberando una gamma di gas fluorurati tossici fra i quali perfluoropropene e perfluoroisobutene.
…-CF2-CF2-CF2-CF2-CF2-CF2-CF2-CF2-… → CF2=CF2 → CF2=CF-CF3 + CF2=C(CF3)-CF3
Siccome tali prodotti possono prodursi solo a temperature elevate si deve ricordare di lasciare sempre un filo di olio o acqua sul fondo delle padelle. A titolo precauzionale, è comunque bene verificare che lo strato di teflon della padella sia integro. In una pentola aperta normalmente questi gas evaporano e non rappresentano un pericolo per la salute umana.
Il PTFE non presenta alcun rischio di tossicità finché viene mantenuto a temperature inferiori ai 200 °C, non richiede pertanto accorgimenti particolari per il suo impiego quotidiano. Vanno invece prese precauzioni durante le fasi di lavorazione e stampaggio.
A temperature superiori a 350 °C la sua decomposizione provoca emissioni gassose tossiche.